Negli USA, l’OSHA ha condotto un programma ispettivo mirato (NEP) sulle raffinerie, analizzando l’applicazione della norma sul Process Safety Management (PSM). I risultati, raccolti nel documento OSHA 3918-08, offrono spunti utili per tutto il settore industriale che gestisce sostanze pericolose.
Le principali aree critiche individuate:
- Process Safety Information (PSI)
- Informazioni incomplete su impianti e sostanze.
- Dispositivi di sicurezza sottodimensionati o mal posizionati.
- RAGAGEP ignorate o non documentate.
- Process Hazard Analysis (PHA)
- Raccomandazioni trascurate per anni.
- Facility siting e fattori umani spesso non analizzati (accessibilità, allarmi, uscite d’emergenza).
- Operating Procedures
- Procedure assenti, non aggiornate o ignorate.
- Comportamenti devianti normalizzati nel tempo.
- Mancanza di formazione e revisione partecipata.
- Mechanical Integrity (MI)
- Difetti strutturali ignorati.
- Manutenzioni e ispezioni senza criteri chiari né sito-specifici.
- Mancata gestione delle anomalie nei dati (es. spessori).
- Management of Change (MOC)
- Modifiche tecniche o operative non valutate formalmente.
- Cambiamenti “temporanei” che diventano permanenti.
- Nessuna formazione al personale impattato.
Un messaggio forte emerge dal report: il PSM non è solo burocrazia. È prevenzione strutturata, analisi costante, coinvolgimento degli operatori e cultura del rischio diffusa. Applicare davvero un PSM significa evitare incidenti gravi prima che accadano.
Link al documento Process Safety Management for Petroleum Refineries
Immagine di copertina: OSHA Chemical Facility Security and Safety Working Group
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