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Seminario sul rischio sismico in Friuli: riflettere sulla storia guardando al futuro

Il 24 novembre 2017 si terrà presso il Polo Tecnologico di Pordenone, in via Roveredo 20, il seminario dal titolo “Il rischio sismico, pensarci prima”, organizzato da OSA Organizzazione per la Sicurezza Applicata, a cui sono stato invitato a partecipare come relatore per parlare del mio libro Valutare il rischio sismico – Obiettivi, obblighi e opportunità.

Mi sto preparando per l’intervento e l’ultimo ricordo di un terremoto in quelle zone è quello del maggio 1976. Fu un sisma di magnitudo Mw 6.5 il 6 maggio 1976, con ulteriori scosse di magnitudo leggermente inferiore si verificarono l’11 e il 15 settembre. Le scosse interessarono circa 120 comuni delle province di Udine e di Pordenone, per una popolazione complessiva di circa 500.000 persone. Gli effetti più distruttivi si ebbero nella zona a nord di Udine lungo la media valle del Tagliamento, dove interi paesi e cittadine subirono estese distruzioni; fra questi Gemona del Friuli, Forgaria nel Friuli, Osoppo, Venzone, Trasaghis, Artegna, Buia, Magnano in Riviera, Majano, Moggio Udinese, solo per citarne alcuni. I morti furono 990 e più di 100.000 gli sfollati. Gli edifici distrutti furono 18.000 e quelli danneggiati oltre 75.000.

L’ultimo terremoto di entità paragonabile a quella della scossa del 6 maggio 1976 era avvenuto quasi 500 anni prima, nel marzo 1511, e prima ancora nel 1348. Tuttavia in questo settore terremoti potenzialmente distruttivi, ovvero di magnitudo pari o superiore a 5.5, avvengono frequentemente: negli ultimi otto secoli nell’area del Friuli Venezia Giulia se ne è verificato in media uno ogni 80 anni, mentre terremoti che hanno causato effetti al di sopra della soglia del danno lieve sono documentati storicamente in media ogni 6 anni circa. Negli ultimi 30 anni si sono verificati tre terremoti di magnitudo superiore a 4.5 entro 100 km da Udine, ma grazie all’importante opera di ricostruzione e di adeguamento sismico nel settore friulano questi terremoti non hanno provocato grandi danni.

Effetti del terremoto del 6 maggio 1976. E’ ben visibile la notevole estensione dell’area con diffusi effetti distruttivi (≥VIII grado MCS) (fonte: DBMI11)

Altre informazioni le trovate qui, sul sito INGV da cui ho preso questi dati.

 

Ecco il programma del seminario del 24 novembre:

  • ORE 8.30 registrazione dei partecipanti
  • ORE 9.00 Chiara Nardo di O.S.A. S.r.l. “La valutazione di tutti i rischi obbligo non delegabile del Datore di lavoro: misure tecniche, organizzative, procedurali”
  • Ore 9.30 Lucio Fattori, consulente per la sicurezza e autore del libro VALUTARE IL RISCHIO SISMICO pubblicato da EPC Editore “Valutazione del rischio sismico e analisi della vulnerabilità del luogo di lavoro”
  • Ore 10.30 Daniele Fasan, libero professionista, tecnico abilitato agibilitatore edifici civili post sisma “Effetti del terremoto nell’edilizia civile, studio di casi nel terremoto dell’Emilia Romagna”
  • Ore 11.00 Francesco Bombasaro, funzionario tecnico della Protezione Civile della regione Friuli–Venezia Giulia, “Gli effetti del terremoto sugli edifici industriali”
  • Ore 11.30 Barbara Sette, ragioniere commercialista e revisore legale “Il sisma- bonus, opportunità per la messa in sicurezza delle strutture”
  • ORE 12.00 Dibattito

Tutte le informazioni le trovate nella locandina dell’evento (dove c’è anche la scheda di iscrizione).

Vi aspetto!

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